Tre volti per Ettore (III)
Pastelli ad olio
Il trittico verte sulla figura dell'eroe troiano, colto nei momenti progressivi
che scandiscono la sua graduale consacrazione alla memoria universale. Nei tre
passaggi, Ettore è caratterizzato dal forte elmo che assurge a simbolo
di eroica volontà e, pertanto, diventa l'emblema del personaggio.
Ettore (I) rappresenta il guerriero positivo e sicuro, il vero condottiero.
L'Ettore (II) è invece un pezzo di psicologia dell'eroismo. Rappresenta
il momento in cui si affaccia nel guerriero l'antica coscienza della sconfitta
e della morte. Sa di dover morire, di non avere alcuna speranza contro Achille
immortale, eppur combatterà e compirà il suo destino. Ed è proprio la dignità
del sacrificio per l'ideale a consacrarlo, nell'ultima immagine, all'eternità
del mito.
L'immagine di un eroe, di Ettore, viene affrontata da Cannella in maniera
diretta, con la traduzione ideativa immediata e mediata dalla freschezza della
linea tecnicamente e stilisticamente variata nei tre moduli compositivi. Nel
primo, la strutturazione schematica risulta più complessa nelle triangolazioni
dell'elmo che induriscono l'espressione del profilo, nella determinatezza del
rimarco del mezzo tecnico. Costituisce infatti la stilizzazione moderna dell'antico
guerriero. L'elmo del secondo Ettore è meno austero, ma ha i suoi significanti
nel definire l'eroe certo di dover soccombere. E' giocato su linee frastagliate,
ma significative dell'esattezza del disegno e del contrasto interiore che il
personaggio vive. Il tratto tremolante diventa poi fermezza nell'ultimo volto,
dove la profondità della linea è segnalata dalla pressione e dalle morbidezze
del tracciato dei pastelli ad olio. L'evocazione idealizzata dei fini lineamenti
è scandita dai ritmi quasi musicali dell'occhio e del sopracciglio, ripresi
da quei due tratti orizzontali che evocano lo sciolto dei capelli e l'inizio
della spalla. Tutti gli elementi del profilo sono risolti in un'unica linea
quasi mediana, sovrastata dall'elmo che, ora più che mai, diventa un tutt'uno
con il volto dell'eroe. È l'eroe.
Testo critico tratto da "Cento Opere su Carta"
(Paolo Sirena e Flaminia Fanari)